L’ernia del disco si può definire come una fuoriuscita di materiale discale dai normali margini dello spazio del disco intervertebrale. E’ una delle patologie più frequenti dell’età adulta e l’età più colpita va dai 30 ai 50 anni. Le manifestazioni cliniche sono variabili: da assenza di sintomi a manifestazioni solo locali e sintomi neurologici più o meno severi. La classificazione che utilizziamo è quella riportata dalla società italiana di Ortopedia e Traumatologia che prende spunto da quella anatomopatologica e radiologica americana:
- Bulging: deformazione del profilo discale il cui contorno supera lo spazio discale oltre il 25% della circonferenza ma non superiore ai 3mm
- Ernia discale: la fuoriuscita del materiale discale è localizzato ovvero inferiore al 25% della circonferenza del disco. Le ernie posso essere PROTRUSE (il materiale discale ha una piccola sporgenza inferiore alla larghezza della base), ESPULSE (la sporgenza è superiore alla larghezza della base), MIGRATA ( il materiale espulso è migrato).
I fattori di rischio possono essere attività lavorative sedentarie, inattività fisica, sovrappeso,alta statura,guide prolungate,esposizione alle vibrazioni,lavori ad alto impegno fisico,sollevamento di carici,gravidanza.
Il quadro clinico varia: fino al 20% possono essere asintomatici, il 30% può sviluppare una sciatalgia, i restanti soffrono di “mal di schiena” con lieve irradiazione del dolore agli arti inferiori (coscie e gambe). Il quadro clinico della sciatica è un dolore acuto, severo, lancinante con sensazione di scossa a volte fino al piede, spesso peggiora da seduto o flettendo in avanti il busto. A volte insensibilità e debolezza agli arti inferiori, più raramente difficoltà a urinare e incontinenza fecale.
La storia naturale della sciatica da ernia discale è favorevole: a 6 mesi il 75% dei casi riduce in maniera significativa i sintomi senza aver necessitato dell’intervento.
Il momento più importante per la cura di questa patologia è la visita medica. Un accurato esame clinico permette di valutare la sede,il tipo di dolore, la forza muscolare, la sensibilità, i riflessi ed il grado di compromissione del nervo interessato. Sarà il medico che ha eseguito la visita a valutare l’eventuale necessità di prescrivere una risonanza magnetica o una tac per il sospetto di ernia discale.
La sciatalgia da ernia del disco può essere trattata conservativamente o chirurgicamente ma non c’è alcuna evidenza di una superiorità del trattamento chirurgico rispetto al trattamento conservativo a medio termine. Le cure farmacologiche si avvalgono dell’utilizzo degli antiinfiammatori,analgesici,miorilassanti,cortisonici e farmaci neuromodulatori. Tra i trattamenti non invasivi l’agopuntura e l’auricoloterapia possono essere più efficaci della terapia farmacologica andando a bloccare il passaggio degli impulsi dolorosi e permettono di trattare i pazienti con impossibilità ad assumere farmaci. Esistono anche evidenze nella efficacia della terapia manuale eseguita da fisioterapista esperto.Di fondamentale importanza risultano i trattamenti fisioterapici con esercizi posturali, di stabilizzazione, di rinforzo e di decompressione. Di supporto anche LASER-terapia di ultima generazione e TECAR-terapia con effetto antiinfiammatoria e miorilassante.Tra gli interventi miniinvasivi ricordiamo le iniezione epidurali e l’ozonoterapia.
L’ernia del disco è spesso evidenziata alla risonanza magnetica dal 20 al 76% di soggetti asintomatici, pertanto associare il mal di schiena ad una o più ernie del disco è spesso una errata considerazione.
E’ consigliabile affidarsi ad un medico esperto per una accurata visita e di conseguenza ad una valida diagnosi e cura.